Molte delle persone che mi si rivolgono per sessioni di Life Coach e meditazioni guidate arrivano con delle domande. Ascolto i problemi e nella maggior parte dei casi affermano che non stanno vivendo la vita dei loro sogni. Mancanza di denaro, sensazione di disfatta, pensieri ricorrenti del tipo “non ce la farò mai!” Per non parlare del senso di colpa legato alle questioni di soldi. Spesso mi sento chiedere consigli concreti su come guadagnare di più. Oppure, più in generale, su come attrarre abbondanza. A quel punto, di solito faccio un bel respiro. Poi mi alzo, vado allo scaffale bianco con i miei libri preferiti, ne apro uno e mi metto a leggere Sri Aurobindo. 

“Il denaro è il segno visibile di una forza universale che, nella sua manifestazione sulla terra, opera sui piani vitale e fisico ed è indispensabile alla pienezza della vita esteriore. Nella sua origine e nella sua azione vera, essa appartiene al Divino. Ma, come le altre potenze del Divino, quando viene trasmessa quaggiù, nell'ignoranza della natura inferiore, può venir usurpata per la soddisfazione dell'ego o detenuta da influenze asuriche (demoniache) e da queste sviata a loro vantaggio. Essa è veramente una delle tre forze - il potere, il denaro, il sesso - che ha maggiore attrazione sull'ego umano e sull'asura (demone), e la più generalmente mal posseduta e male impiegata da coloro che la detengono.”

 Così si apre il quarto capitolo del libro “The Mother”, tradotto in italiano con "La Madre", di Sri Aurobindo. Una personalità importante quella di Aurobindo, filosofo e mistico indiano, scrittore e poeta, maestro di yoga, figura impegnata nella lotta per l’indipendenza dell’India. I suoi discepoli lo consideravano un Avatar, un’incarnazione dell’Assoluto. La profondità delle parole che ci ha lasciato avvalora questa visione. Ci toccano da vicino proprio in quanto semplici. 

“Riconquistare il denaro per il Divino al quale appartiene e utilizzarlo divinamente per la vita divina è la via supermentale che il sadhaka deve seguire. Non dovete distogliervi dal potere del denaro con un indietreggiamento ascetico, dai mezzi che vi dà e dagli oggetti che vi apporta, né mantenere un attaccamento rajasico (egoista, sanguigno, collerico) per queste cose, o uno spirito di compiacenza che rende schiavi delle soddisfazioni che procura. Guardate semplicemente le ricchezze come una potenza che deve essere riconquistata per la Madre e posta al suo servizio. Tutte le ricchezze appartengono al Divino e coloro che le detengono ne sono i depositari e non i possessori.”

Potrei andare avanti a leggerlo per ore. Se non l’hai già fatto, ti consiglio vivamente di procurarti una copia di questo libro. Ti aiuterà a guardare le cose in prospettiva, ad uscire dagli schemi, dai sensi di colpa legati al denaro. E darà anche una risposta al famoso “come attrarre abbondanza”. Certo, potresti obiettare che le parole di un poeta fanno sembrare tutto bello e semplice. Quando però sta a noi fare delle scelte che riguardano il nostro campo economico, ecco che allora tutto si complica. 

Ma da cosa dipende questo senso di inadeguatezza?

Da cosa deriva questo sentirci persi di fronte alle questioni di denaro? Ognuno di noi ha la sua storia personale, ma nella nostra cultura di origine siamo bene o male tutti accomunati da un preconcetto economico. Siamo infatti stati abituati a credere che le cose non cambiano. Anzi, siamo cresciuti con l’idea che non possono cambiare. Questo ci porta a coltivare la convinzione limitante del “mi devo accontentare”. Oppure il preconcetto del “se voglio qualcosa devo per forza fare fatica per ottenerlo.” Tutti approcci lontani dai metodi su come attrarre abbondanza.

Per fortuna, ho una buona notizia per te. L’abbondanza va oltre questi schemi mentali. Se noi ragioniamo per classi e ceti, l’Universo no. Infatti, la Natura non si muove per assecondare categorie sociali. Essa stessa è abbondanza e, come tale, non fa distinzione tra un insetto e un leone. Questo è uno degli insegnamenti più profondi di Sri Aurobindo. Metterlo in pratica significa comprendere di essere chiamati ad una missione. E questa missione implica il lottare per riappropriarci di ciò che è già nostro. Ma allora… se è tutto così semplice, perché non ci riesco? Dove sta l’inghippo? Come attrarre abbondanza?

L’inghippo è la nostra Mente. Il primo ostacolo che incontriamo in questa lotta interiore è rappresentato da noi stessi. Noi che ci lasciamo condizionare dalle esperienze vissute, dalle credenze acquisite. Abitudini, senso del dovere, preconcetti vari ci hanno indotti a dimenticarci che l’abbondanza è nostra per diritto di nascita. Cosa possiamo fare allora? Possiamo e dobbiamo lavorare per sciogliere in noi tutte quelle credenze, quelle memorie cellulari che ci tengono ancora lontani dall’abbondanza. Il processo non è semplice, ovvio. E implica molto lavoro interiore. Ma ne vale sempre e comunque la pena.

Una cosa importante. L’avrei voluta mettere all’inizio, ma mi sembra che qui abbia una presa maggiore. Quando parliamo di come attrarre abbondanza, non possiamo che chiederci anche cosa sia per noi l’abbondanza. Ricordati sempre che abbondanza è uno stile di vita. Significa sentire la pienezza in ogni cosa, facendo tutto con amore e per amore. Per questo l’abbondanza non si sviluppa attraverso la mente. Essa implica una nostra apertura. E soprattutto, desidera che noi ne siamo gli utilizzatori, non i possessori.

Non sono una consulente finanziaria, anche se per molti anni ho lavorato in uno studio di commercialista. E - sempre meglio ricordarlo - non sono una Psicologa, né una Psicoterapeuta. Posso semplicemente darti dei consigli di crescita personale sulla base del mio percorso. Fatta questa doverosa premessa… ti piacerebbe approfondire insieme l’argomento di come attrarre abbondanza?

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disciplinata ai sensi L.4/2013

 


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